Hey! Un dernier Côt? 2021 - Barbara Lebled

Hey! Un dernier Côt? - Barbara Leblede 

Hey! Un dernier Côt? di Barbara Lebled è un vino rosso fresco e fruttato, che arriva dalla Loira. Viene prodotto con uve di Côt, così come viene chiamato il vitigno malbec nella Valle della Loira, che provengono da vigne impiantate negli anni 80. Vinificato con una macerazione carbonica a grappolo intero per 25 giorni di acciaio. Il nome del vino è, sorpresa sorpresa, un gioco di parole. "Ehi! Un Dernier Coup?" si traduce approssimativamente in "Ehi, un ultimo drink?".

Servizio

Consigliamo di degustarlo ad una temperatura di 16/18° in calici Tulipano. Il Matassa Rouge è da bersi subito ma esprimerà il meglio di sé tra qualche anno. Si consiglia di tenerlo in posizione orizzontale in una cantina fresca, umida e buia.

Abbinamento

Il Côtes Catalanes Rouge si accompagna meravigliosamente a secondi piatti di carne, da provare con una cotoletta di agnello allo scottadito.

Cantina:  Barbara Lebleda

Barbara Lebled è una giovare ed intraprendente vignaiola che si trova a Saint-Aignane, un comune del dipartimento della Touraine, nella Loira centrale. Barbara ha costruito le proprie competenze e la propria passione della vite e del vino lavorando fianco a fianco con il padre Laurente. La svolta si ha nel 2019, quando il padre acquista 10 ettari di vigna e una cantina da un vigneron in pensione, e proposea Barbara non solo di aiutarlo nella gestione della cantina, ma anche di coltivare circa 3 ettari di vigneti per per lanciare il proprio progetto. La scelta di Barbara è verso un' agricoltura biologica, e in vigna ritroviamo quasi tutta la complessità ampelografica della Loira centrale: dal Gamay al Côt. In campo pochi concimi (solo organici ed essenzialmente di riciclo della vite), rese basse, inerbimento invernale, erpicatura primaverile e naturalmente… niente chimica di sintesi! In cantina Barbara non segue ricette preconfezionate. Ogni cuvée, ogni terroir, ogni vitigno, ogni assemblaggio e ogni millesimo ha una propria storia. Ciò che unisce l’approccio di ogni vino è invece il rifiuto dell’enologia correttiva. Lieviti indigeni per le fermentazioni, macerazioni carboniche, uso limitatissimo dei solfiti, e nessuna chiarifica forzosa. Nasce così un caleidoscopio di bottiglie, di colori e di interpretazioni, accomunate da una grande spontaneità espressiva e da un’energia gustativa rara. La prima annata è quella del 2019, con il vino chiamato "Gamay Sans Toi".