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I VOLTI DEL PINOT NERO
L’origine del Pinot Nero può essere fatta risalire ai primi secoli della nostra era, infatti appartiene ad un gruppo numeroso di vitigni molto antichi, sorti da seminagioni naturali e da mutazioni genetiche. Pare da recenti analisi che i suoi genitori siano il Traminer e una forma ancestrale di Pinot. Originario della Francia, è un vitigno di estrema difficoltà sia in ambito agricolo, perché predilige terreni argillosi-calcarei con climi temperati e buona escursione termica, ed elevata densità di piantagione, e sia in quello enologico, dove necessita di numerose attenzioni da parte del vignaiolo durante la vinificazione e l’affinamento. Ne esistono due tipologie: la prima, molto più produttiva, viene coltivata nella Champagne, e utilizza per la produzione del celebre vino con le bollicine, la seconda, coltivata in Borgogna, è indicata per i vini rossi. Deve la sua fama ai grandi e famosi vini rossi di Borgogna, diventati simbolo di vini eleganti e fini e quindi imitati in tutto il mondo. Viene coltivato anche in Jura, Loira, Savoia e Alsazia. Nel resto del mondo lo si trova in Germania, Svizzera, Ungheria, Romania, Croazia, Canada, Argentina, California, Cile, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda, E’ stato introdotto in Italia in tempi assai remoti, e oramai viene coltivato in quasi ogni regione del nord Italia, dove viene utilizzato in Franciacorta, Oltrepò Pavese e Trentino per produrre le basi spumante, ma anche sui pendii Umbri e Toscani dove si ottengono interessanti vini rossi.